CENNI STORICI
Le tracce di presenza umana nel territorio di Calcata, risalgono ai tempi preistorici. Nella vicina altura di Narce , sono stati rinvenuti numerosi reperti relativi alle fasi più antiche della civiltà etrusco-falisca; alla fine del VIII-VII a.C. l’insediamento di Narce segue le sorti del mondo falisco ed etrusco, subendo la conquista romana sin dalla metà del IV secolo a.C..
Attorno a Narce si estendono diversi nuclei di necropoli le cui tombe hanno restituito una grande quantità di reperti, oggi custoditi nel Museo Nazionale dell’Agro Falisco di Civita Castellana. In età romana la fertilità dei territori permette l’insediamento di numerose ville rustiche, piccole fattorie, forse alla base della genesi di Calcata. Il nome di Calcata appare per la prima volta in un documento alla fine dell’VIII secolo, sotto il pontificato di Adriano I (772-795).
E' il periodo delle domuscultae, tenute papali destinate a garantire l'approvvigionamento di Roma. In una delle domuscultae di Adriano I vi era compresa una fattoria,un "fundus" denominato Calcata. Calcata è citata in un inventario dei beni di Francesca D'anguillara ,nel 1363, e per i successivi 400 anni fu oggetto di continui scambi, tra i Sinibaldi e gli Anguillara. Nel 1828 diventò parte del ducato di Rignano sotto il dominio della famiglia Massimo; poi, nel '900,della famiglia Ferrauti, già fattori dei Massimo.
STORIA RECENTE
La città non è stata mai del tutto abbandonata. Il suo fascino non ha lasciato indifferenti i tanti artisti che ora la abitano, le cui botteghe si susseguono tra i vicoli. Molti di questi artisti sono stranieri: belgi, olandesi, americani ai quali si sono aggiunti gli hippies che abitano ancora le grotte scavate nel tufo della rocca su cui si erge il paese.
Hanno acquistato, spesso a prezzi stracciati, le case della città vecchia che i calcatesi erano stati costretti ad abbandonare dal podestà di epoca fascista. Negli anni '30 infatti, venne emanata una legge che obbligava allo sgombero un certo numero di abitati pericolanti, impegnando lo Stato a contribuire alla realizzazione di un insediamento sostitutivo, due km più a valle. Solo negli anni Novanta un decreto ha salvato il paese dall'abbattimento coatto.
Non si tratta solo di pittori e scultori, ma anche di virtuosi delle tecnologie digitali, tanto che qui ha sede un centro di arte telematica. I motivi per cui Calcata rappresenta una sorta di "mito collettivo" sono da ricercarsi essenzialmente in tre ragioni: una di natura sociologica, una di carattere archeologico e infine una di carattere naturalistico. Le ragioni sociologiche derivano dalla ricerca di luoghi lontani dalle inquietudini della società odierna, caduta nella trappola del consumismo. Anche dal punto di vista archeologico, Calcata offre interessanti spunti. Volendo cercare delle analogie tra due realtà tanto diverse (Calcata e Roma), la valle del Treja sembra riprodurre in piccolo il paesaggio fluviale del Tevere al tempo in cui Roma sorgeva soltanto sui sette colli. Infine le ragioni naturalistiche risalgono all'istituzione del parco regionale del Treja , avvenuta nel 1979. In esso si trovano le belle cascate del Monte Gelato, luoghi che hanno ispirato molti registi, come Rossellini in "Francesco giullare di Dio" o anche De Laurentis in "Odissea".
La vita culturale a Calcata è fervente, promossa dalle tante associazioni che hanno sede in città. Tra le tante storie che fanno di questo piccolo centro un luogo fuori dal comune c'è quella dell'archeologo inglese Timothy Potter.
Studioso delle civiltà italiche, egli arrivò a Calcata all'inizio degli anni Sessanta per scavare un sito falisco ,vicino Narce e decise di assoldare per gli scavi gli abitanti del posto, profondi conoscitori della zona, che poi si sono appassionati all'attività che viene tuttora continuata.